Grassi buoni e grassi cattivi: quali sono
Tra i diversi tipi di grassi che consumiamo quotidianamente, va fatta una distinzione tra quelli che fanno bene al nostro organismo e quelli che dovremmo imparare a limitare.
Ogni giorno assumiamo quantità variabili di grassi, contenuti in gran parte delle pietanze che consumiamo e non solo, come si potrebbe pensare, in condimenti e cibo "spazzatura". Esistono, infatti, grassi "buoni" che integrano correttamente la nostra alimentazione con sostanze necessarie all'organismo, mentre i grassi "cattivi" andrebbero limitati alla minor quantità possibile. Quali sono le differenze? Lo scopriamo insieme al Dott. Pagnin, consulente nutrizionale.
I grassi saturi
I grassi dei cibi ad elevata percentuale di acidi grassi saturi tendono a far innalzare il livello di colesterolemia ancor più di quanto non faccia l’apporto alimentare del colesterolo stesso. Fra questi alimenti rientrano soprattutto i prodotti latteo-caseari (panna, burro, formaggi), carni grasse e certi tipi di oli vegetali (olio di palma e soprattutto di cocco).
I grassi insaturi
I grassi dei cibi ad elevato tenore di acidi grassi insaturi non fanno innalzare la colesterolemia. Tali alimenti sono rappresentati soprattutto da oli vegetali (semi, oliva), noci, olive e pesce.
I grassi monoinsaturi e polinsaturi
I grassi insaturi possono essere sia mono- che poli- insaturi.
L’olio di oliva è particolarmente ricco di monoinsaturi, soprattutto di acido oleico e presenta due vantaggi:
- fa diminuire i livelli ematici di LDL e VLDL (rispettivamente lipoproteine a bassa e bassissima densità) le quali trasportano quella parte di colesterolo cosiddetto “cattivo” che tende a permanere nel sangue e ad attaccarsi alle arterie danneggiandole
- non modifica, o addirittura fa aumentare i livelli ematici di HDL (lipoproteine ad alta densità o colesterolo “buono”) che agiscono per rimuovere i depositi di colesterolo dalle arterie stesse.
L’olio di semi è ricco di polinsaturi del tipo Omega-6, efficaci nella diminuzione delle LDL e VLDL.
I grassi del pesce sono ricchi di acidi grassi polinsaturi del tipo Omega-3, in grado di far diminuire il livello dei trigliceridi ematici e la capacità di aggregazione delle piastrine (rischio trombosi), proteggendo così l’organismo dal rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari.
I grassi transgenici
Gli acidi grassi transgenici tendono infine a far innalzare i livelli di colesterolemia, favorendo inoltre l’aumento della componente “cattiva” (LDL e VLDL) rispetto a quella “buona” (HDL). Tali acidi grassi sono presenti nei prodotti ricavati dagli animali ruminanti (carni e latte) o possono formarsi durante alcuni trattamenti industriali dei grassi vegetali.
Luciano Pagnin
Hai bisogno di un consulto medico in Dietistica?
Verifica la disponibilità di una visita medica, in video o in un centro medico a te vicino, con uno dei nostri specialisti selezionati
Verifica disponibilitàAltri articoli di Dott. Luciano Pagnin
Altri articoli di Scienza dell'Alimentazione
Newsletter
Iscriviti alla newsletter
Scarica l'ultimo numero della rivista Medicina Moderna e rimani sempre aggiornato sui webinar e tutte le iniziative in tema di salute