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La Sindrome del Colon Irritabile: cos’è e come si cura

La Sindrome del Colon Irritabile: cos’è e come si cura

Una patologia diffusa che può causare stipsi o diarrea e dolori addominali. Ne parliamo con il Dott. Raimondo di Bella, proctologo.

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La sindrome dell’intestino irritabile è un disturbo ricorrente caratterizzato da dolore addominale associato a due o più dei seguenti sintomi: il dolore è correlato alla defecazione, il dolore è accompagnato da una modifica nella frequenza delle evacuazioni, il dolore è accompagnato ad una modifica nella consistenza delle feci.

Si tratta di un disturbo benigno che non evolve verso malattie più gravi (malattie infiammatorie, tumori).

L’eziologia del disturbo non è chiara ma sicuramente coinvolge anche fattori psico-sociali.

Le malattie che possono essere confuse con la sindrome dell'intestino irritabile comprendono l'intolleranza al lattosio, la diarrea indotta da farmaci, l'abuso di lassativi, le malattie parassitarie, le gastriti o le enteriti eosinofile, la colite microscopica, il dismicrobismo intestinale, la celiachia, le malattie infiammatorie intestinali, le neoplasie.

E’ essenziale, nel trattamento della sindrome del colon irritabile, una buona relazione medico-paziente che sia di guida nella terapia ma anche di comprensione, supporto e rassicurazione.

1 Cos’è la sindrome del colon irritabile?

La sindrome del colon irritabile o, meglio, sindrome dell’intestino irritabile può essere definita come un disturbo dell’asse cervello-intestino. È una delle sindromi intestinali più comuni e interessa intorno al 4% della popolazione con prevalenza delle donne al di sotto dei 50 anni.

2 Quali sono i sintomi?

I sintomi tipici del colon irritabile sono il dolore addominale ricorrente di tipo continuo o crampiforme, associato a due o più dei seguenti criteri:

  • è correlato alla defecazione
  • si associa a un cambiamento nella consistenza delle feci
  • si associa a un cambiamento nella frequenza della defecazione 

In rapporto alle caratteristiche della defecazione, si distingue un colon irritabile variante stipsi, una variante diarrea, una variante mista nella quale si ha un’alternanza di stipsi e diarrea e una forma “non classificabile”.

Ai sintomi principali e più frequenti sopra descritti, possono associarsi altri sintomi intestinali come:

  • il gonfiore addominale
  • muco nelle feci 

e, anche, sintomi extra-intestinali come:

  • affaticamento
  • ansia o depressione
  • insonnia
  • difficoltà di concentrazione
  • lombalgia

3 Le cause e i fattori di rischio

Nessuna causa organica può essere rilevata mediante esami di laboratorio, esami radiologici o, comunque, di imaging o anatomopatologici.

In passato la sindrome è stata considerata come un disturbo di origine psicosomatica. In realtà entrano in gioco più fattori sia di origine biologica che di tipo psicologico e sociale.
 

Fattori di tipo biologico

I fattori di tipo biologico sono:

  • aumentata sensibilità intestinale che consiste in una più intensa risposta dell’intestino alla distensione della sua parete con aumentata percezione del dolore
  • alterata motilità intestinale che può consistere in un rallentamento (stipsi), in una accelerazione (diarrea) o in una combinazione fra le due.

Inoltre, può, a volte, chiamarsi in causa un’accentuazione del riflesso gastro-colico ((risposta contrattile del colon al pasto).


Fattori di tipo psicologico e sociale

A livello intestinale c’è il cosiddetto “secondo cervello”, che è in continua comunicazione con il nostro “primo cervello”. Per questo motivo, molti degli eventi stressanti a livello psichico si riflettono sull’intestino e viceversa. Alcuni pazienti hanno disturbi d’ansia o depressione o disturbi del sonno

Tuttavia, stress e situazioni a elevato impatto emotivo non sempre coincidono con l'esordio dei sintomi o la recidiva degli stessi.

Fattori di rischio per l’insorgenza dei sintomi sono un’alimentazione ricca di grassi (aumento della permeabilità e dell’ipersensibilità intestinale) e di monosaccaridi e polisaccaridi fermentabili che, scarsamente assorbiti nell’intestino tenue, possono aumentare la motilità del colon.

4 Gli esami diagnostici

Partiamo col precisare che per una malattia come il colon irritabile non esiste un test diagnostico specifico.
La diagnosi è essenzialmente clinica e viene effettuata sulla base di un’accurata visita medica che deve comprendere anamnesi, esame obiettivo e prescrizione di eventuali esami diagnostici.

L’anamnesi, cioè la storia clinica del paziente che deve essere centrata sulle caratteristiche del dolore, dell’alvo, delle abitudini alimentari e sull’atteggiamento psichico ed emotivo del paziente.

In particolare, va ricercato se il dolore addominale è legato alla defecazione, è associato ad un cambiamento della frequenza delle defecazioni stesse o ad una modifica nella consistenza delle feci.

Segni quali:

  • insorgenza dei sintomi in età avanzata
  • sangue nelle feci
  • anemia
  • dimagramento
  • diarrea notturna

non sono tipici della sindrome dell’intestino irritabile e devono essere considerati “segni d’allarme” che richiedono ulteriori accertamenti per escludere altre patologie.

All’esame obiettivo i pazienti generalmente appaiono in condizioni di buona salute. La palpazione dell'addome può rivelare una dolorabilità, particolarmente in corrispondenza del quadrante inferiore sinistro, a volte associata a un sigma palpabile, dolente. 

Un'esplorazione rettale deve essere eseguita in tutti i pazienti. Nelle donne, l’esplorazione vaginale aiuta a escludere i tumori e le cisti ovariche.

La diagnosi di sindrome dell'intestino irritabile può ragionevolmente essere formulata utilizzando i dati clinici in assenza di segni d'allarme, come il sanguinamento rettale, la perdita di peso o di altri sintomi e segni che potrebbero suggerire un'altra eziologia.

Gli accertamenti diagnostici sono perciò finalizzati, più che a confermare la diagnosi di colon irritabile, ad escludere altre patologie.

Gli esami di laboratorio possono comprendere l'emocromo completo e il profilo biochimico (compresi gli esami epatici).
Per i pazienti con predominanza di diarrea, sono raccomandati: 

  • marker sierologici per la malattia celiaca 
  • test per la malattia infiammatoria intestinale con calprotectina fecale o lattoferrina fecale e proteina C-reattiva


Per i pazienti con stipsi, è raccomandata la misurazione dei livelli di:

  • ormone stimolante la tiroide (TSH) 
  • calcio

La colonscopia è raccomandata per i pazienti sopra i 45 anni per escludere polipi e tumori del colon. Nei pazienti con diarrea cronica, in particolare nelle donne anziane con diarrea più grave, la biopsia della mucosa può escludere una possibile colite microscopica.

5 La Terapia

La terapia della sindrome dell’intestino irritabile si basa sostanzialmente sul trattamento dei sintomi riferiti dal paziente non essendo conosciuta la causa della malattia. È, quindi, una terapia personalizzata e che può essere modificata nel tempo.

In primo luogo, è opportuno informare il paziente sulla natura dei suoi disturbi e sul fatto che il colon irritabile è una situazione benigna che non causa altre malattie e non è, in nessun modo, correlata con il cancro.


Dieta e stile di vita

Generalmente può essere seguita una dieta libera limitando i cibi che fermentano molto e limitando i grassi.
I pasti non devono essere molto abbondanti e non devono essere consumati in fretta.

Laddove i consigli dietetici tradizionali falliscano il medico nutrizionista potrebbe consigliare di seguire la dieta a basso contenuto di FODMAP (Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides And Polyols) ovvero cibi contenenti zuccheri poco assorbibili e dal forte potere fermentativo. Tuttavia, l’eccessiva e prolungata restrizione di FODMAPS può portare a carenze nutrizionali. 

La dieta a basso contenuto di FODMAP dovrebbe prevedere tre fasi: 

  • la sostituzione degli alimenti ad alto contenuto di FODMAP
  • la graduale reintroduzione di alimenti nella dieta in base all’andamento dei sintomi
  • la personalizzazione della dieta per evitare cibi che scatenano i sintomi

Da sottolineare, anche, l’importanza di una corretta idratazione e di attività fisica appropriata.


Terapia farmacologica

È indicato l’uso di spasmolitici e di neuromodulatori dell’asse intestino-cervello per alleviare la sintomatologia globale ed il dolore addominale.

Nei pazienti con stipsi è indicato l’uso di:

  • fibre solubili 
  • lassativi osmotici

Nei pazienti con diarrea sono indicati:

  • probiotici
  • rifaximina (antibiotico non assorbibile)
  • farmaci antidiarroici come la loperamide, quest’ultima, però, da utilizzare con cautela e sotto controllo medico

In determinati casi è, anche, da prendere in considerazione un supporto psicologico. 

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