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Artrite cronica: una diagnosi precoce per un terapia efficace

Artrite cronica: una diagnosi precoce per un terapia efficace

In Italia oltre il 10% dei pazienti affetti da tale patologia è parzialmente limitato nell’attività professionale e nel tempo libero, e il 4% è affetto da disabilità completa.

Dott. Pierantonio Ostuni

Le artriti croniche, ovvero l’Artrite Reumatoide e le Spondiloartriti, che a loro volta comprendono diverse patologie, tra cui le più frequenti sono la Spondilite Anchilosante e l’Artrite Psoriasica, sono diffuse nella popolazione italiana.

Una diagnosi precoce e una terapia repentina della malattia è in grado di arrestarne la progressione dei sintomi e del danno articolare.
 

Cosa bisogna fare per individuare un’artrite cronica al suo esordio?

Il paziente che presenta sintomi articolari di una certa importanza, di solito si rivolge al suo medico curante.

Questa figura, dovrebbe essere in grado di poter sospettare un’artrite al suo esordio, per poi inviare il paziente allo specialista reumatologo.
 

Quali sono i primi sintomi che possono far pensare ad una forma di artrite?

Nel caso dell’Artrite Reumatoide i primi sintomi sono il dolore, specie mattutino presente già al risveglio che si associa alla tumefazione, soprattutto delle piccole articolazioni di mani, piedi e talora anche di polsi e caviglie.

Quasi sempre l’interessamento delle piccole articolazioni è tipicamente simmetrico.

Nei casi di Spondiloartrite i primi sintomi dipendono strettamente dal tipo di malattia. Nell’Artrite Psoriasica, che è la forma più frequente, il sospetto deve venire quando alla psoriasi, quasi sempre antecedente, si aggiunge un'artrite, che peraltro si può manifestare in modo molto variabile rendendo non semplice la diagnosi allo stesso reumatologo.

Nella Spondilite Anchilosante il primo sintomo è il dolore lombare basso, molto intenso e presente soprattutto a riposo. Questo tipo di artrite è tipico dei maschi giovani, a differenza dell’Artrite Reumatoide che colpisce soprattutto il sesso femminile.

 

Cosa si deve fare per capire se si tratta davvero di un’artrite?

Il medico curante, dopo il sospetto clinico, dovrebbe prescrivere alcuni accertamenti ed in particolare degli esami del sangue, mirati soprattutto a rilevare la presenza (o meno) di un'infiammazione. Nel caso di un sospetto di Artrite Reumatoide sarebbe opportuno far eseguire anche i marcatori bioumorali di questa malattia e cioè il dosaggio del Fattore Reumatoide e gli anticorpi anti-CCP. Nel caso di una Spondiloartrite, oltre agli indici di flogosi (VES e PCR), nel caso si sospetti un impegno della colonna, è utile eseguire anche la radiografia delle sacro-iliache, che sono le prime articolazioni ad essere coinvolte.

Successivamente, il paziente dovrà essere sempre inviato rapidamente al reumatologo per la conferma del sospetto diagnostico, per integrare eventualmente gli accertamenti con ulteriori esami e per impostare la terapia.
 

Le artriti croniche possono essere guarite una volta diagnosticate in tempi brevi?

Le possibilità che le artriti croniche possano essere controllate adeguatamente dipende non solo da una diagnosi “rapida”, ma anche dalle terapie che attualmente abbiamo a disposizione.

L’avvento, circa 20 anni fa, dei farmaci biologici e, da circa un anno, di farmaci sintetici di nuova generazione, chiamati “small molecules”, ha consentito al reumatologo di avere dei presidi molto efficaci contro le artriti. Questi farmaci sono quasi sempre in grado di bloccare l’ evoluzione della malattia e, molto spesso, di impedire il danno anatomico. Ve ne sono di diversi tipi che agiscono a livello intracellulare con meccanismi diversi, sebbene quasi tutti blocchino i circuiti dell’infiammazione.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, ottenere una guarigione completa non è possibile. Infatti, quasi sempre il paziente in cura con questi farmaci sta bene se continua ad assumerli, ma la malattia tende molto spesso a ripresentarsi nel caso di sospensione della cura.

Inoltre questi farmaci possono comunque presentare degli effetti collaterali tra i quali le più temibili sono le infezioni. Un altro tipo di problema è che, dato il costo molto elevato (da 8.000 a 12.000 Euro), non possono essere somministrati indistintamente a tutti i malati con artriti croniche, ma solo a quelli con le forme più severe. In ogni caso è obbligatorio iniziare la terapia con i farmaci tradizionali che hanno dei costi molto più bassi. Va detto peraltro che nei malati che vengono riconosciuti in tempi rapidi, anche la terapia tradizionale può determinare risultati molto soddisfacenti.

In ogni caso ottenere una remissione completa e prolungata senza farmaci è un’ eventualità poco frequente.
 

Si può parlare oggi di prevenzione per le Artriti Croniche?

In un certo senso sì. Ovviamente non si tratta di una prevenzione primaria quale si ottiene con i vaccini, ma piuttosto di una prevenzione secondaria, dato che una diagnosi precoce e una conseguente terapia precoce sono in grado di arrestare questo tipo di artriti e dare una qualità di vita normale ai pazienti affetti da artriti croniche.


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