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Attacchi di panico: riconoscerli per gestirli

Attacchi di panico: riconoscerli per gestirli

Battito cardiaco accelerato, tremori e sudorazione, senso di soffocamento...come imparare a gestire ansia e panico.

Dott. Eugenio Padovese

La realtà è un'elaborazione individuale di significati rispetto a sé stessi e al mondo. La persona cerca di dare un senso alle esperienze cui va via via incontro, e tali costruzioni tendono a mantenere in equilibrio il proprio sistema di conoscenze sulla base delle esperienze vissute.

 

Come si manifesta un attacco di panico e come distinguerlo da un normale episodio di paura?

L'attacco di panico può rappresentare sintomi che richiamano emozioni ancora non riconosciute. Sono manifestazioni emotive che rimandano ad un blocco nel sistema della persona. L'attacco di panico si può manifestare come un'estrema paura e si manifesta in modo improvviso con sintomi a carattere crescente: battito cardiaco accelerato, sudorazione e tremori, senso di instabilità, giramenti di testa e fatica nel respiro fino a un senso di soffocamento. La persona non capisce cosa sta accadendo e il pensiero è che accada qualcosa di gravissimo da un punto di vista fisico (ad esempio un infarto). Dopo qualche minuto i sintomi decrescono, lasciando una sensazione di spavento, paura e spossatezza.

 

Perché gli attacchi di panico ritornano? È possibile che sia un meccanismo emotivo a causare ciclicamente le crisi?

Dopo il primo attacco di panico, la persona avverte la paura che si possa ripresentare perché non sa cosa sia successo, e che possa capitare all'improvviso quindi senza poterlo gestire. Così, inizia il loop dell'attacco di panico basato sulla paura della paura, con un pensiero anticipatorio rispetto a quello che può accadere nei confronti delle esperienze da vivere, caratterizzato spesso da una sensazione di perdita di controllo...così alle prime avvisaglie di sensazioni fisiche queste vengono subito interpretate come nuovo arrivo dell'attacco di panico.



 

Come si svolge il percorso psicologico che porta il paziente a prendere coscienza delle cause scatenanti, imparare a gestire la propria emotività fino a liberarsi finalmente da questo disturbo?

Il trattamento di psicoterapia inizia con il prendere in esame i sintomi come se fossero una voce emotiva che si riflette dal punto di vista fisico. Possiamo immaginarli, infatti, come dei campanelli d'allarme che ci segnalano che qualcosa non funziona come vorremmo. L'obiettivo, poi, è quello di far vivere l'ansia e le sensazioni corporee da un punto di vista diverso, cioè imparare a conoscere questa paura estrema come una costruzione minacciosa, creata dalla persona in riferimento a determinate situazioni del proprio vissuto. Paziente e terapeuta si possono rappresentare il primo come esperto della propria vita, il secondo come professionista che guida la persona attraverso un percorso di costruzione condivisa di possibili alternative di vissuto e significato, che diventino consapevoli e gestibili dal paziente anche in autonomia. 

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