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Dolori a ginocchio e tibia? Potrebbe essere la sindrome di Osgood Schlatter

Dolori a ginocchio e tibia? Potrebbe essere la sindrome di Osgood Schlatter

I giovani atleti che praticano la corsa ed attività con numerosi salti sono tra i più colpiti

Dott. Leoluca Zimbardo

Durante la crescita lo scheletro giovanile è in continua evoluzione, causando talvolta dolori alle articolazioni. Ne è un esempio la sindrome di Osgood Schlatter.
 

In cosa consiste la sindrome Osgood Schlatter?

È un processo degenerativo a carico della tuberosità tibiale che interessa lo scheletro immaturo (10-15 anni) e che in molti casi si risolve spontaneamente quando la struttura scheletrica ha raggiunto la maturità.
 

Quali sono i principali sintomi?

Dolore e gonfiore sotto il ginocchio sono i sintomi più comuni; anche i traumi determinano un aumento del dolore. Nei casi più gravi e rari si può avere una frattura dell'epifisi anteriore della tibia, causata da sollecitazioni più intense.
 

E le cause?

Lo stress meccanico ripetuto a livello della zona di inserzione del tendine rotuleo, prodotto dalla tensione del tendine del muscolo quadricipite femorale, ne è la principale causa. «La malattia di Osgood Schlatter è solitamente una condizione temporanea che si risolve nel giro di qualche mese».
 

Come avviene la sua diagnosi?

Nella maggior parte dei casi la diagnosi si basa sull'analisi dei sintomi e dei segni (esame obiettivo) e sulla storia clinica (o anamnesi). La patologia non è grave ma relativamente frequente (circa il 4%) ed in alcuni casi è bilaterale (20-30%). Talvolta è richiesta la radiografia per valutare il grado di ossificazione del nucleo apifisario tibiale anteriore, ma recentemente l'ecografia del ginocchio risulta un test capace di individuare l'insorgenza della malattia prima che i sintomi siano presenti.
 

Esistono dei fattori di rischio?

Sì, gli sport in cui si praticano spesso salti e corsa, una predisposizione genetica allo sviluppo della patologia ed uno squilibrio tra la crescita scheletrica e dell'apparato muscolo legamentoso, sono i fattori di rischio più comuni.

Qual è la terapia consigliata?

Prima di tutto occorre osservare il riposo dalle attività che producono dolore. È inoltre consigliata l'applicazione di ghiaccio sulla zona dolente e l’esecuzione di esercizi di rinforzo e allungamento muscolare, per migliorare l'elasticità e il tono del muscolo quadricipite femorale. Nei casi più problematici si può utilizzare anche un tutore o delle fascette che riducono la trazione sulla apofisi tibiale.

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