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Le nuove frontiere della chirurgia vascolare

Le nuove frontiere della chirurgia vascolare

Alta tecnologia e minore invasività caratterizzeranno la chirurgia vascolare del 2020

Dott. Vittorio Dorrucci

La chirurgia vascolare rappresenta una specializzazione chirurgica che si occupa del trattamento
delle malattie degenerative che colpiscono il sistema circolatorio.
 

Di quali malattie si occupa la chirurgia vascolare?

Patologie che possono coinvolgere le arterie, le vene ed il sistema linfatico del nostro organismo e che non migliorano dopo le cure farmacologiche o riabilitative.

Qual è quindi il vostro compito?

Il compito del chirurgo vascolare, o dello specialista nella cura delle malattie vascolari, è quello d’inquadrare la patologia, eseguire una corretta diagnostica mediante ecocolordoppler e mettere in atto tutti quei fattori correttivi che potrebbero rallentare l’evoluzione della malattia stessa: si parla di terapia farmacologica, riabilitativa ma soprattutto bisogna far capire al paziente che sarà estremamente importante modificare le errate abitudini di vita.

Ci sono delle novità in ambito chirurgico?

Sì, viene sempre più utilizzata la chirurgia endovascolare caratterizzata dalla mininvasività: è eseguita in anestesia locale e con un ricovero di pochissimi giorni. Sicuramente non sono spariti gli interventi tradizionali: spesso le due tecniche si utilizzano assieme per risultare meno invasive.

In cosa consiste la tecnica endovascolare?

Prevede la possibilità di trattare qualsiasi arteria con un accesso percutaneo in anestesia locale (una puntura a livello inguinale) facendo procedere dei cateteri che dilatano, mediante un palloncino anche a rilascio di farmaco, e che permettono di posizionare uno stent per dilatare una restrizione molto calcifica o inserire una protesi che può escludere una dilatazione dell’aorta addominale.

Cosa ci può dire invece del trattamento endovascolare?

È consolidato per il trattamento delle patologie varicose degli arti inferiori: le famose varici che tanto affliggono la popolazione, e che colpiscono una importante percentuale di popolazione (25-30% nell’arco della vita) a qualsiasi età ed in egual misura tra uomini e donne.

Quali sono i fattori che possono provocare le varici?

Sicuramente gioca un ruolo importante la sedentarietà ed una dieta poco attenta carente di frutta e verdura ma, soprattutto nelle donne, sono importanti le gravidanze, le disfunzioni ormonali ed i pantaloni troppo stretti.

In quali casi la vena grande safena viene rimossa?

Solo in quelli particolarmente complessi. Oggi si effettuano interventi ambulatoriali mediante scleroterapia, laser, radiofrequenza e colle biologiche. Questi trattamenti agiscono all’interno della vena provocandone una chiusura definitiva senza la necessità di asportarla dal tessuto circostante: così facendo non si hanno ematomi, dolore o difficoltà nel camminare nei giorni successivi.
Un’ultima novità risulta essere la “colla” che permette, nel caso vi siano le condizioni ecografiche idonee, di eseguire la chiusura della vena safena, invitando subito dopo il paziente a camminare ed a rientrare a casa dopo un'ora.

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