Gastroenterologia: i disturbi dell'intestino
Il punto della situazione delle malattie infiammatori dell’intestino in uno studio
Il numero maggiore di diagnosi relative a questi disturbi è dovuto, almeno in parte, al miglioramento delle tecniche diagnostiche, ma ciò che preoccupa davvero gli esperti è il dato relativo al progressivo abbassamento dell’età dei pazienti.
In particolare la malattia di Crohn colpisce persone sempre più giovani ed è caratterizzata da sintomi molto complessi e spesso di difficile interpretazione.
Le cause? Il fattore ereditario può contribuire a spiegare solo un 5-10 per cento dei casi e che i progressi compiuti dalla scienza negli ultimi anni hanno permesso di individuare un gran numero di geni potenzialmente responsabili di questo disturbo. I prossimi passi saranno quelli di cercare di limitare il campo di studio a un manipolo di geni davvero coinvolti.
Nessuno studio fino ad oggi ha dimostrato che il cibo può scatenare queste malattie o provocare delle recidive e invita al buon senso quando si tratta di fare delle scelte in materia di alimentazione: nella fase attiva della malattia è meglio evitare latticini, frutta e verdura, ma per il resto del tempo si può mangiare di tutto seguendo i consigli del proprio medico.
Se un paziente ha un morbo di Crohn che tende a provocare restringimento dell’intestino, allora sarebbe meglio evitare le fibre, e allo stesso modo si dovrebbe prestare attenzione all’eventuale malassorbimento del lattosio, circostanza piuttosto frequente in questo tipo di pazienti.
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