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Ictus cerebrale, la prevenzione passa anche per la tavola e lo stile di vita

Ictus cerebrale, la prevenzione passa anche per la tavola e lo stile di vita

Piccole attenzioni, possono salvarti la vita.

Dott. Giuseppe Maccarrone

L’ictus può essere una patologia silente e senza campanelli d’allarme, per questo è fondamentale fare attenzione alla prevenzione primaria, attraverso un adeguato stile di vita.

La differenza tra ictus e ischemia cerebrale

Ictus è un termine latino che letteralmente significa “colpo” (in inglese “stroke”) ed è  causato dall'interruzione del flusso di sangue al cervello, dovuta a ostruzione o rottura di un’arteria. Nel primo caso si parla di ischemia cerebrale, nel secondo di emorragia cerebrale. Gli effetti per la persona colpita sono comunque gli stessi. In entrambi i casi, infatti, i neuroni, privati dell’ossigeno e dei nutrimenti necessari, anche solo per pochi minuti, cominciano a morire. Questo si manifesta con una serie di segni: paralisi della faccia, difficoltà a parlare, perdita di forza a un braccio o una gamba.  Quando si riconoscono questi sintomi, ci si deve immediatamente rivolgere al Pronto Soccorso dell’Ospedale di riferimento.

 

Potenzialmente quanto è grave questa patologia?

L'ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie ed è la prima causa assoluta di disabilità, perché può provocare paralisi di vario tipo. 

Rappresenta, inoltre, la seconda forma più comune di demenza e si verifica maggiormente nella popolazione anziana (fino al 40% in più rispetto alla media).  Inutile dire che i costi, sia a carico delle famiglie, sia del Sistema Sanitario Nazionale, sono elevatissimi. Si calcola che una persona colpita da ictus costi, nella fase acuta della malattia, circa 10.000 euro, mentre l'invalidità permanente di chi supera la fase acuta determina negli anni successivi una spesa stimata attorno ai 100.000 euro. Sotto l'aspetto psicologico, personale e familiare i costi sono incalcolabili: per tutti questi motivi, l’ictus rappresenta un vero e proprio problema sociale.  



 

Fattori di rischio

È doveroso fare una premessa: una grande percentuale di ictus è prevenibile e  il modo più efficace per ridurne l’incidenza è quello di diminuire, quando possibile, i fattori di rischio.

Alcuni di essi non sono modificabili e sono l'età, il sesso maschile e l'etnia

Quelli modificabili, invece, sono responsabili dell'80% dei casi di ictus e su di essi si può intervenire. Parliamo di: pressione sanguigna elevata, fumo, colesterolo alto, diabete mellito, errori dietetici, abitudini alimentari sbagliate e  mancanza di adeguata attività fisica. Di conseguenza, gli interventi mirati a ridurre questi fattori di rischio potrebbero impedire un numero significativo di ictus.
 

Qual è il ruolo dell’alimentazione nella prevenzione? 

Una corretta alimentazione è fondamentale per la prevenzione.

In sintesi è bene preferire un modello alimentare di tipo mediterraneo, ricco di frutta, verdura, cereali non raffinati, con moderate quantità di latte e derivati a basso contenuto di grassi e di sale, olio extravergine come condimento, frutta secca a guscio, pesce azzurro, poche carni rosse o trasformate e un moderato consumo di vino ai pasti.
















 

Quando rivolgersi ad uno Specialista?

Come già detto, quando si manifestano i sintomi di un possibile ictus (paralisi della faccia, difficoltà a parlare, perdita di forza a un braccio o una gamba) è fondamentale chiamare il 118 oppure recarsi nel minor tempo possibile al Pronto Soccorso di un Ospedale dotato di una Stroke Unit (come Castelfranco Veneto e Treviso, per la Marca Trevigiana). Il fattore tempo è cruciale: ci sono cure in grado di ridurre i danni al cervello, purché fornite tempestivamente. 

Il tempo è cervello (Time is brain)! 

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