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Le nuove frontiere del laser per la correzione dei difetti visivi

Le nuove frontiere del laser per la correzione dei difetti visivi

A 30 anni dal primo laser per la correzione dei difetti visivi le tecniche di chirurgia refrattiva sono cambiate. Scopriamo come.

Dott. Giancarlo Caprioglio

Oramai sono passati quasi 30 anni dal primo Laser ad eccimeri per la correzione dei difetti visivi. Da allora, molte cose sono cambiate e si sono evolute sia sotto l’aspetto tecnologico che sotto l’aspetto qualitativo.
 

In cosa consiste oggi l’intervento della chirurgia refrattiva? 

L’intervento consiste in un rimodellamento della cornea eseguito dal Laser ad Eccimeri, che consente in questo modo la correzione del difetto refrattivo.
 

È doloroso?

Per quanto riguarda il dolore posso dire che è praticamente assente: ho fatto moltissimi interventi e nessun paziente si è lamentato. È  importante peraltro ricordare che ogni paziente ha la propria soglia del dolore e in caso di necessità è sufficiente un normale antidolorifico. L’unico “fastidio” che il paziente potrebbe sentire è una leggera e temporanea sensazione di corpo estraneo che scompare con l’uso di colliri lubrificanti.
 

Quali sono le tecniche laser?

Le tecniche laser sono fondamentalmente 3:

1) La più vecchia si chiama PRK che consiste nell’abrasione dell’epitelio corneale e successiva applicazione nella superficie residua del laser ad eccimeri. A fine intervento viene applicata una lente corneale morbida protettiva che viene rimossa dopo 3 giorni, data in cui si è riformato l’epitelio corneale abraso.

2) La tecnica LASIK consiste nella sezione di un lembo corneale che può andare dai 110 ai 160 micron. Attualmente con il Laser a Femtosecondi è possibile ottenere dei lembi così sottili, cosa non possibile con il laser della precedente generazione. Ciò consente di avere più tessuto a disposizione e quindi di correggere difetti refrattivi più elevati. A fine intervento il lembo corneale viene riposizionato e asciugato rapidamente affinché possa aderire alla cornea sottostante. È sufficiente bendare il paziente qualche ora dopo l’intervento.

3) La terza tecnica è la tecnica SMILE, che è la più recente. Con un laser a femtosecondi si crea un lenticolo all’interno della cornea dello spessore desiderato. Tale lenticolo viene asportato attraverso una piccola incisione.
 

Come è cambiata la tecnologia in questi anni?

Era il 26/01/1990 quando nel reparto oculistico di Mestre diretto dal professore Giovanni Rama è arrivato il primo laser ad eccmeri. Era uno strumento di enormi dimensioni e piuttosto complicato da manovrare. Ciononostante si ottenevano già dei discreti risultati. Il laser a femtosecondi di ultima generazione è uno strumento molto più semplice, più preciso e versatile, che consente come ho già detto in precedenza, la correzione di difetti refrattivi più importanti non trattabili precedentemente.
 

Quali sono i vantaggi delle ultime tecnologie? L’evoluzione è avvenuta anche in termini di sicurezza per il paziente o solo in termini qualitativi?

I vantaggi sono in parte quelli che vi ho già anticipato: più affidabilità, maggior velocità ma anche i tempi di recupero sono più rapidi, tanto che il paziente può riprendere le sue normali attività anche il giorno successivo.

È anche importante sottolineare che, nonostante ci sia stata un’evoluzione importante a livello tecnologico, i costi, negli anni, sono rimasti invariati. 

Per ultimo, ma non per importanza, la sicurezza è quasi totale perché il taglio corneale viene seguito dal Laser che ha un’altissima precisione e non meccanicamente.
 

Quali difetti possono essere corretti oggi mediante il laser a differenza di una volta?

Grazie al femtolaser si può ottenere un lembo corneale più sottile, guadagnando maggiore spessore corneale riuscendo così a correggere difetti più elevati.
 

A chi è consigliato questo tipo di intervento?

Questo intervento è consigliato ai miopi, astigmatici e ipermetropi che desiderano eliminare per sempre gli occhiali da vista.


La correzione è permanente?

La mia risposta è affermativa: negli ultimi anni ho visto raramente una regressione del difetto refrattivo corretto.

 

Da cosa è determinato il successo dell’intervento? 

Il successo dell’intervento è determinato dall’alta professionalità del chirurgo che lo esegue e soprattuto da un’accuratissima visita pre operatoria che consente di stabilire tutti i parametri per ottenere un’ottima riuscita dell’intervento chirurgico. Bisogna raccogliere dal paziente una anamnesi molto precisa ed eseguire degli esami specifici per valutare l'anatomia e la fisiologia dell'occhio da operare. Fondamentali sono la topografia corneale, la pachimetria (misurazione dello spessore corneale), la massima dilatazione della pupilla al buio assoluto, la quantità e la qualità delle lacrime prodotte. Infine è basilare che l'intervento venga eseguito da chirurghi esperti in una sala operatoria assolutamente sterile per evitare il possibile insorgere di complicazioni infettive.

Solo una adeguata e scrupolosa preparazione del paziente consente una perfetta riuscita dell' intervento.


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