Identificare i problemi “per tempo” e intervenire preventivamente può riuscire ad evitare i danni. È il caso ad esempio delle otiti recidivanti, frequenti nella prima infanzia: se trattate con lavaggi nasali eseguiti in maniera corretta ed esercizi di rieducazione tubarica, è possibile molto spesso risolvere i disturbi prima che diventino una malattia per il bimbo.
«Sotto la costante supervisione del pediatra, diversi specialisti possono entrare in gioco in queste fasi: nel caso dell'otite, ad esempio, si interesseranno l'otorino e il terapista miofunzionale. Nello strabismo o anomalie visive, sarà interpellato l'oculista; in caso sia necessario modificare le abitudini alimentari o posturali saranno coinvolti, rispettivamente, il nutrizionista o il posturologo; il logopedista interviene con la rieducazione deglutitoria e con il controllo della respirazione o nei ritardi del linguaggio. Il ruolo dell’ortodontista è quello di intercettare difetti masticatori ed abitudini viziate che condizionano il corretto sviluppo dento-facciale».Quando si dovrebbe sottoporre il bambino alle prime visite odontoiatriche?
«Dopo i 3 anni, ogni momento è buono. Alcune problematiche vanno trattate prima dei 6 anni, altre prima degli 8; attendendo oltre i 12 l’unica soluzione è l’apparecchio fisso che corregge solo i denti (con un maggior costo biologico ed economico e minore stabilità nel tempo) senza migliorare la salute generale. Bisogna capire che i denti storti nel bambino non sono un difetto da eliminare ma il segnale di un problema di crescita che si deve intercettare. È sempre preferibile correggere piccole anomalie da subito, anziché attendere che si trasformino in disturbi più importanti, risolvibili con difficoltà o in modo incompleto».