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Prevenzione e diagnostica, partiamo dal check up

Prevenzione e diagnostica, partiamo dal check up

Un controllo generale dello stato clinico può salvare la vita

Il check up è un percorso personalizzato, fondamentale per la prevenzione e la diagnosi precoce.


Chi dovrebbe sottoporsi al check up e quando?

Un percorso preventivo (check-up) è consigliabile soprattutto dai 45-50 anni, età in cui senza sostanziali differenze tra i generi, è maggiore l’incidenza di patologie sia metaboliche che neoplastiche. Ma, la sensibilizzazione alla conoscenza della propria condizione sanitaria è utile ancje in età più giovanili, almeno dai 30 anni. 

I percorsi diagnostico-preventivi sono costituiti dall’esecuzione di esami appropriati per sesso ed età, e su questa base, sono soprattutto una modalità per confrontarsi sulle abitudini igienico-alimentari, voluttuarie e sulla conoscenza della eventuale predisposizione familiare a malattie: questi sono i veri presupposti per una buona prevenzione.


Perché il check up è un’arma fondamentale per la prevenzione?

Perché è un esempio di lavoro in team, di confronto fra tutti i medici ognuno portando le proprie conoscenze (dai laboratoristi, ai radiologi, a tutti gli specialisti variamente coinvolti e sono molti) allo scopo di dare una risposta coerente relativa alla prevenzione e/o alle problematiche sanitarie che la persona che si rivolge a noi pone.
Il check up inoltre è un punto di partenza per affrontare il paziente complesso, quella persona cioè che presenta più patologie affrontate e trattate spesso in modo frammentario: il checkup in questo caso, in quanto momento di sintesi clinica, previene sovrapposizioni diagnostiche e soprattutto terapeutiche.


È un percorso uguale per tutti?

È uguale per tutti il fine del percorso, cioè comunicare quell’insieme di abitudini e conoscenze che portano a migliorare la propria salute. In realtà ogni check-up è unico, personalizzato grazie ai vari passaggi che lo contraddistinguono: il colloquio preliminare che è utile per inquadrare le varie problematiche della persona in esame; la scelta successiva degli accertamenti bioumorali, strumentali e specialistici volti alla prevenzione ma spesso anche all’approfondimento diagnostico e che impongono allo specialista coordinatore una continua informazione e formazione; ed infine il colloquio conclusivo, con la spiegazione chiara alla persona della sua situazione clinica sulla scorta delle valutazioni raccolte e gli eventuali consigli di approfondimento o terapia.

Il paziente non è mai lasciato solo, né durante l’esecuzione degli accertamenti (in una sola mattina), né in seguito, fissando gli eventuali controlli successivi già al momento della conclusione dell’iter. 
Ogni persona deve essere consapevole degli esami che esegue e soprattutto deve essere informata in modo preciso e sereno degli esiti.

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