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Prostatectomia radicale: le protesi peniene

Riabilitazione sessuale e protesi peniene, le soluzioni migliori per un ritorno ad una vita sessuale soddisfacente.
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Solo il 25% dei pazienti operati riesce a riottenere un'erezione idonea ad una vita sessuale soddisfacente. Capiamo in questo video quali sono le soluzioni più efficaci. 
 

Prostatectomia e protesi peniene

L'asportazione radicale della prostata rappresenta la modalità più diffusa del trattamento del carcinoma prostatico che consente un'elevata percentuale di guarigione, ma le sue conseguenze dal punto di vista della sessualità sono particolarmente penalizzanti. 
Anche quando vengono adottate, con l'ausilio della chirurgia robotica delle tecniche di preservazione dei nervi che regolano il funzionamento del pene e che decorrono lungo la superficie della prostata, soltanto il 25% dei pazienti entro 1 anno riesce a recuperare un'erezione idonea allo svolgimento di un'attività sessuale soddisfacente.
 

Come avviene la riabilitazione sessuale?

La riabilitazione sessuale rappresenta una sfida per molti motivi, innanzitutto il disagio psicologico del paziente aumenta man mano che ci si allontana dall'intervento con il ritorno alla normalità della vita quotidiana. L'alterazione della sessualità induce un rifiuto all'approccio nei confronti della partner. L'assenza di attività erettile riduce l'irrorazione dei tessuti e delle strutture vascolari del pene che va incontro a una progressiva atrofia con notevole riduzione delle sue dimensioni.

La riabilitazione deve iniziare molto precocemente, subito dopo la dimissione del paziente, in questa fase l'assenza di attività erettile spontanea vanifica l'efficacia di farmaci come il Viagra e si deve pertanto fare ricorso all'iniezione all'interno del pene di farmaci come la prostaglandina e1 oppure di dispositivi come il vacuum deviceche inducono uno stiramento passivo delle strutture elastiche del pene.

Nei pazienti in cui si manifesta una ripresa dell'erezione spontanea si può passare all'utilizzo di farmaci orali, tutti gli altri devono continuare a utilizzare i farmaci iniettabili o possono passare all'impianto di una protesi peniena.


Parliamone con il dott. Massimo Capone, urologo ed esperto di disturbi della sessualità maschile, chirurgia plastica e ricostruttiva dei genitali maschili, disturbi della fertilità.

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