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Si può trattare l'epatite C con l'ozonoterapia?

Si può trattare l'epatite C con l'ozonoterapia?

Risponde secondo sua esperienza, l'esperto Dott. Amato

Dott. Giuseppe Amato

Premesso che nella mia pratica clinica non ho mai visto pazienti con epatite C in fase acuta, ritengo che in tale fase della malattia il paziente debba sottoporsi alla terapia praticate dagli epatologi e universalmente accettate anche se, almeno in linea teorica, l’ozono si potrebbe utilizzare per la sua ben nota azione antivirale.

Premesso che nella mia pratica clinica non ho mai visto pazienti con epatite C in fase acuta, ritengo che in tale fase della malattia il paziente debba sottoporsi alla terapia praticate dagli epatologi e universalmente accettate anche se, almeno in linea teorica, l’ozono si potrebbe utilizzare per la sua ben nota azione antivirale.


Personalmente invece, in collaborazione con il prof. Bocci dell’università di Siena, ho trattato numerosi pazienti affetti da epatite cronica postepatite C,  selezionando i pazienti che non avevano risposto alla terapia con farmaci antivirali e/o con interferon (terapie tradizionali) o che non avevano potuto praticare quest’ultima per intolleranza all’interferon stesso (evento tutt’altro che raro).
I pazienti accuratamente selezionati in base ai più noti indici di malattia, in particolare con valori di transaminasi molto elevati da almeno sei mesi, sono stati divisi in due gruppi e sottoposti ad un ciclo di grandi autoemtotrasfusioni ozonizzate prelevando 4 cc di sangue prochilo di peso corporeo e aggiungendo una pari quantità di ml di ozono alla concentrazione di 40 e 70 gamma di ozono per cc.

Lo studio, protrattosi per molti mesi, ha evidenziato la scarsa o nulla efficacia dell’ozono usato al dosaggio più basso mentre con il dosaggio più alto abbiamo ottenuto risultati molto incoraggianti con normalizzazione degli indici umorali valutati.

Da notare che in tutti i pazienti, compresi quelli  in cui gli indici di malattia sono rimasti alterati, vi è stato dopo poche sedute un netto miglioramento della cenestesi (i pazienti si sentono bene) e non si sono riscontrati effetti collaterali degni di nota, pur utilizzando dosaggi di ozono molto elevati, al contrario di quanto avviene con i farmaci tradizionali.


Le sedute sono bi o trisettimanali, durano circa 30 minuti e vengono eseguite durante un primo ciclo di 10-15 sedute e successivamente al ritmo di una seduta di mantenimento al mese per diversi mesi dato che anche in questo caso vale la norma “a malattia cronica terapia cronica”. Il meccanismo d’azione dell’ozono è abbastanza complesso ma semplificando il tutto possiamo dire che il gas ha la capacità di stimolare la produzione endogena dell’interferon; questo funzionerebbe come il farmaco somministrato dall’esterno ma senza i fastidiosi effetti collaterali di quest’ultimo.


Concludendo ritengo di poter dire, pur in presenza di una casistica limitata data la difficoltà di reperire pazienti affetti da epatite cronica postepatitica, che la grande auto emotrasfusione ozonizzata ad alti dosaggi rappresenta un’arma a disposizione dei medici e dei pazienti che ben conoscono i risultati piuttosto deludenti delle altre terapie tradizionali.

giuseppe.amato@medicinamoderna.tv
 


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MEDICINA MODERNA
foto: cdn.blogosfere.it

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