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La curcuma nella dieta dello sportivo

La curcuma nella dieta dello sportivo

Scopriamo le proprietà della curcuma per ridurre l’infiammazione negli sportivi e nell’anziano con patologie articolari croniche.

Dott. Emanuele Veronese
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La curcuma è l’estratto della radice di una pianta coltivata in oriente: la Curcuma longa (fam. Zingiberaceae). La curcumina è il principio attivo più importante e studiato della curcuma e rappresenta mediamente il 5% in peso della spezia, ma nella maggior parte dei casi la curcuma alimentare non è sufficiente e occorrono forme farmaceutiche che aumentino la disponibilità della curcumina.

L’uso della curcuma è conosciuto da circa mille anni, specialmente nel continente africano, e la sua tollerabilità e sicurezza è conosciuta da molto tempo, tanto è vero che questa spezia gode di un parere positivo di EFSA per l’uso alimentare. Può dunque essere utilizzata quotidianamente come alimento o additivo alimentare anche fino a 12 g/giorno.

1 Quali sono i benefici della curcuma?

La curcumina esercita una forte azione antinfiammatoria modulando alcuni tra i più importanti segnali cellulari di regolazione. I meccanismi sono simili, ma non identici a quelli dei fans (farmaci antinfiammatori non steroidei) che sono comunemente prescritti negli stati infiammatori articolari. Questi hanno spesso effetti indesiderati gastrointestinali.

La curcumina, invece, modula i processi infiammatori con azione multi-target graduale, non irrita le pareti gastriche e intestinali e non provoca in alcun modo effetti indesiderati. Quindi possiamo liberamente affermare che la curcuma nella quasi totalità dei casi di infiammazione cronica e acuta può essere utilizzata liberamente e anche per lunghi periodi.

2 Quali sono i suoi limiti?

La curcuma presenta un limite di utilizzo conosciuto da secoli: la scarsa biodisponibilità. Essa deriva da un ridotto assorbimento intestinale e da una rapida eliminazione epatica, quindi bisogna cercare una formulazione di curcumina che ne aumenti la biodisponibilità.

L’aggiunta di piperina alla curcuma può essere considerata la prima tecnica farmacologica per migliorarne la biodisponibilità ma ha come limite il fatto che può irritare la mucosa gastrica in individui sensibili e interagisce con la farmacocinetica di numerosi farmaci. Sono state sviluppate quindi diverse soluzioni biotecnologiche che migliorano il profilo di assorbimento mantenendo sia l’efficacia che la tollerabilità:

  • Curcumina in nanoparticelle,

  • Curcumina coniugata con ciclodestrine

  • Curcumina estratta con oli essenziali

  • Curcumina liposomiale

  • Curcuma solubilizzata (detta anche

    micellare) ottenuta trattando la curcumina con un solubilizzante (polisorbato).

3 Qual è formulazione più utile?

La formulazione che personalmente uso di più è la curcuma solubilizzata, in quanto raggiunge una biodisponibilità maggiore di 185 volte rispetto all’estratto di curcuma concentrato in curcumina e di 1350 volte rispetto alla polvere di curcuma standard (estratto di rizoma).

La curcuma solubizzata consente un maggiore assorbimento anche in quantità minori, quindi maggiori benefici per il paziente. Si trovano in commercio alcune aziende che aggiungono alla curcuma altre sostanze attive come:

  • zenzero
  • tè verde
  • melograno

che aumentano l’attività positiva di questa spezia. Sicuramente, le vitamine C e D che possono supportare l’azione della curcumina promuovendo la salute delle articolazioni, delle cartilagini e dei legamenti.

4 Qual è l’utilizzo della curcumina in ambito sportivo?

Bisogna specificare che lo sportivo, qualsiasi sport faccia, è costantemente in uno stato infiammatorio (positivo) che gli permette di riparare i danni che comporta l’allenamento e ricostruire un muscolo danneggiato più forte e performante di prima (se l’allenamento è corretto).

Se l’allenamento è stato troppo intenso e la competizione al di sopra delle proprie possibilità, allora ha senso l’utilizzo di antiinfiammatori, ma in altri casi è una bruttissima abitudine quella di alcuni sportivi di prendere antiinfiammatori non steroidei prima di una competizione specialmente se si tratta di una competizione di endurance per prevenire i normali dolori che si hanno durante la gara.

Alcune volte si può somministrare al paziente un antiinfiammatorio post competizione, ma questa non deve essere una regola fissa. È invece consigliato trattare l’atleta con prodotti che riescano a modulare lo stato infiammatorio, in modo che possa recuperare molto prima i traumi dovuti all’allenamento.

5 Come si deve assumere la curcuma?

Spesso, quando consiglio la curcuma ai miei atleti e anche alle persone anziane, la domanda corretta che tutti i pazienti fanno è: quando e in che dosaggio assumerla e se è possibile assumerla prima di una gara.

La risposta sui tempi di somministrazione e sul dosaggio viene dalla conoscenza dei meccanismi biologici attivati dalla curcuma e dalla sua farmacocinetica: la curcumina ha un picco ematico e di attività intorno a 2 ore dopo l’assunzione, ma è anche vero che il processo di modulazione dell’infiammazione è lento e graduale. È quindi necessario un tempo di somministrazione di almeno 4-6 settimane affinché l’azione della curcuma possa manifestarsi pienamente.

Il consiglio è quindi di preferire una curcumina ad alta biodisponibilità, di frazionare l’assunzione in 2 momenti (mattina/pranzo o pranzo/cena) e di fare cicli di trattamento non inferiori al mese.

6 Ci sono controindicazioni?

La curcuma è al momento la sostanza naturale a potere antiinfiammatorio più studiata da migliaia di gruppi di ricerca nel mondo. Grazie alla sua elevata tollerabilità e all’azione sull’infiammazione ed il dolore può essere considerata un affidabile alleato di ogni atleta ed in particolare di chi desidera mantenersi sano e attivo ad ogni età.

Se proprio vogliamo trovare una controindicazione in letteratura dobbiamo non somministrare la curcuma a chi ha calcoli biliari in atto. Per il resto è un prodotto sicuro e che mi ha dato molte soddisfazioni. Buon allenamento a tutti!

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