I difetti visivi sono in costante aumento nella popolazione mondiale dagli anni ’70 in poi. Il più diffuso è la miopia: in Italia ne sono affette circa 12 milioni di persone e nel mondo il 25% della popolazione.

Secondo uno studio australiano pubblicato sulla rivista Ophthalmology nel 2050, circa metà della popolazione mondiale soffrirà di miopia. Maggiormente a rischio, sempre secondo la rivista, sono le nuove generazioni, e soprattutto i bambini dai 9 anni in su.

Dato che con il passare del tempo i difetti della vista possono peggiorare, richiedendo di cambiare la gradazione delle lenti degli occhiali o delle lenti a contatto, la possibilità di risolvere il problema attraverso nuove tecnologie chirurgiche è cruciale.

Negli anni, infatti, gli strumenti per correggere la maggior parte dei disturbi della vista sono diventati sempre più precisi, efficaci e non invasivi. Andiamo ora a scoprire con che sintomi si manifestano i difetti refrattivi, da cosa sono causati e come si possono trattare.

Definizione

1 Difetti visivi: quali sono e come si manifestano

Come già indicato i principali difetti visivi sono: miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia.

La miopia fa sì che chi ne è affetto non riesca a vedere bene gli oggetti, le persone e tutto ciò che si trova lontano. Gli individui miopi hanno, dunque, una visione sfocata degli elementi distanti e, in genere, tendono a “strizzare” gli occhi per vedere meglio.

Nell’ipermetropia, invece, si vedono sfocati gli elementi vicini. Si ha quindi una visione non perfettamente nitida con affaticamento costante dell’occhio, in particolare durante la lettura. Ciò può causare cefalee e bruciore agli occhi.

L’astigmatismo si manifesta con una visione sfocata degli elementi sia da distante che da vicino. Questo difetto della vista può causare: affaticamento oculare, bruciore e dolore agli occhi, lacrimazione, mal di testa, occhi disallineati, riduzione della vista, visione doppia e offuscata.

La presbiopia, infine, è un disturbo che si manifesta nelle persone con più di 45 anni e causa una progressiva difficoltà nella lettura da vicino; il paziente presbite deve allontanare il foglio per riuscire a leggere. Può provocare, come gli altri difetti visivi, mal di testa, affaticamento oculare, arrossamento degli occhi.

Possibili cause

2 Difetti refrattivi: quali sono le cause

Le cause dei disturbi della vista sono da ricercare in fattori genetici ed ambientali, correlati allo stile di vita. Il rischio di incorrere in difetti visivi, infatti, aumenta:

  • Con il continuo utilizzo di dispositivi quali PC, smartphone e tablet (gli ultimi due in particolare se utilizzati già in tenera età)
  • Con la lettura prolungata
  • Con lo svolgimento di attività da vicino (avvicinando troppo gli occhi)
  • Con l’abitudine a trascorrere troppo tempo in luoghi chiusi e scarsamente illuminati

I difetti refrattivi si caratterizzano per differenti conformazioni dell’occhio. Nella miopia, ad esempio, l’occhio è più lungo del normale e i raggi luminosi vengono focalizzati davanti alla retina e non sulla retina stessa, determinando una visione offuscata degli elementi distanti.

Nell’ipermetropia, invece, l’occhio è più corto e i raggi luminosi vengono focalizzati dietro la retina causando una  riduzione della capacità visiva degli elementi vicini. Nell’astigmatismo è la cornea dell’occhio ad avere una forma asimmetrica determinando una visione annebbiata degli elementi sia vicini che lontani.

Infine, nella presbiopia, a causa della perdita di elasticità del cristallino la persona inizia a non riuscire più a leggere bene da vicino.

Il grado del difetto visivo si misura in diottrie ovvero l’unità di misura del potere della lente necessaria a correggere il disturbo. Esistono lenti specifiche per ognuno dei quattro disturbi descritti.

I decimi, invece, misurano la capacità di vedere del paziente, per cui modificando le diottrie di un occhiale o di una lente si migliora la capacità visiva del paziente stesso.

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Dott. Roberto Marsilio

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3 Difetti visivi: quali sono i trattamenti disponibili per correggerli?

I difetti refrattivi, oltre che con occhiali e lenti a contatto, si possono correggere con interventi chirurgici con tecniche laser come PRK, Lasik e Smile,  impianti di lenti, sostituzione del cristallino con lenti intraoculari o, infine, con l’ortocheratologia notturna.

Qui di seguito spiegheremo le tre tecniche laser (vi si possono sottoporre le persone con più di 20-21 anni di età in cui i disturbi visivi si siano stabilizzati) e gli altri trattamenti per i disturbi visivi, infine, approfondiremo le diverse tipologie di lenti a contatto disponibili oggi.

Le tecniche chirurgiche si distinguono in tre macro categorie:

  • Tecniche laser che vanno a rimodellare la cornea per ridurre il difetto refrattivo e correggere la messa a fuoco dell’occhio, attraverso laser ad eccimeri e/o a femtosecondi. I laser di ultima generazione consentono, inoltre, un significativo risparmio di tessuto corneale aumentando il grado di correzione dei difetti visivi e di trattare, oltre alla miopia, anche l’astigmatismo e l’ipermetropia.
  • Impianto di lente intraoculare, ossia di una lente a contatto impiantata in modo permanente all’interno dell’occhio per correggere difetti refrattivi molto elevati.
  • Sostituzione del cristallino ed impianto di lente, utilizzati nell’intervento di cataratta con lenti che correggono miopia o ipermetropia.

I trattamenti laser, ormai, hanno raggiunto in Italia il numero di 100mila interventi all’anno e sempre più persone vi ricorrono per correggere i difetti visivi. I vantaggi degli interventi correttivi vanno tuttavia discussi con il medico oculista che, prima di procedere, deve sottoporre il paziente a tutti gli accertamenti del caso.

 

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Chirurgia laser PRK

La PRK, o cheratectomia fotorefrattiva (PhotoRefractiveKeratectomy), è la prima tecnica laser ad eccimeri inventata ed utilizzata per correggere i difetti visivi. Oggi viene utilizzata nei casi in cui il paziente presenti cornee troppo sottili o problemi specifici di lacrimazione.

Questa tecnica consiste nell’abrasione e nell’asportazione dell’epitelio corneale (la barriera esterna della cornea) e nella successiva applicazione, nella superficie residua del laser, ad eccimeri. Sulla superficie dello stroma corneale il medico, attraverso la guida di un computer, modella con il laser ad eccimeri la curvatura dello stesso, senza intaccare le strutture circostanti.

Grazie a questa tecnica laser è possibile intervenire sulla cornea e correggere miopia (riducendone la curva), ipermetropia (aumentandone la curvatura) ed astigmatismo (modificandone gli assi). Il laser della PRK emette una radiazione di raggi ultravioletti di 193 nanometri che vaporizza, appunto, il tessuto corneale superficiale.

A fine intervento il medico applica una lente corneale morbida protettiva che viene rimossa dopo 3 giorni, momento in cui l’epitelio corneale si è riformato. Il paziente trattato con la PRK può avere un paio di giorni di fastidio post operatorio e può ritornare alle attività lavorative dopo una settimana.

La terapia post operatoria va seguita attentamente e per un po’ di tempo dopo la PRK è necessario evitare l’esposizione prolungata al sole forte. Servono, infatti, alcuni mesi perché la struttura dell’epitelio corneale si riformi perfettamente.

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La tecnica LASIK

Questa tecnica si distingue dalla precedente in quanto impiega un laser a femtosecondi. Con la LASIK (LaserinSituKeratomileusi), il cui avvento ha rivoluzionato la chirurgia refrattiva, l’intervento di correzione dei difetti visivi è veloce ed indolore con tempi di recupero molto rapidi.

L’intervento con tecnica LASIK viene eseguito in ambulatorio, senza necessità di ricovero ospedaliero, non è doloroso e dura pochi minuti. Si tratta di una tecnica sicura e senza controindicazioni.

Nella LASIK il chirurgo, con il laser a femtosecondi (femto lasik), esegue una sezione corneale sub-totale, di misura prestabilita e con una cerniera nasale o superiore, che viene poi sollevata per trattare la cornea sottostante con il laser ad eccimeri. La misura del lembo corneale sezionato varia dai 110 ai 160 micron.

La cornea, a fine intervento, viene riposizionata nella sua sede, asciugata rapidamente e l’occhio viene bendato per alcune ore per favorire l’attecchimento della cornea sezionata. Il paziente può sentire un leggero fastidio per le 4-5 ore successive alla chirurgia laser e la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio che scompare con l’uso di appositi colliri lubrificanti. Con la Femtolasik non sono necessari punti di sutura ed ausili per far attecchire nuovamente il lembo corneale all’occhio.

L’aggiornamento costante dei normogrammi, ossia i parametri di riferimento del laser, permette di ridurre ad ogni up-grade lo spessore necessario per il trattamento dei difetti visivi così, persone che 10 anni fa non potevano essere operate, oggi possono sottoporsi all’intervento.

Nell’intervento con laser a femtosecondi il recupero post operatorio è rapidissimo ed in sole 48 ore è possibile riprendere tutte le normali attività quotidiane. L’unica indicazione da seguire a medio termine, data dal fatto che il laser produce una lieve riduzione della sensibilità corneale, è di evitare l’esposizione diretta alle fonti di calore, quali ad esempio la sauna.

Grazie alla tecnica con femtosecondi il paziente recupera tutta la vista; solo in alcuni casi si verifica un recupero non completo, tuttavia ciò dipende da minime variazioni legate all’individualità di ogni paziente. Con questo intervento si può dire addio all’uso di lenti ed occhiali.

Il successo dell’intervento laser è determinato dall’alta professionalità del chirurgo che lo esegue, dall’accuratezza della visita pre-operatoria e dalla pulizia della sala operatoria, requisito importantissimo per evitare che possano insorgere infezioni.

L’ultima innovazione nel campo della tecnica LASIK per la correzione dei disturbi della vista è la combinazione del Femtosecond Laser con le ultime generazioni di laser ad eccimeri.

Il laser a femtosecondi raggiunge i 200 Hertz di frequenza mentre il laser ad eccimeri arriva a 500 Hertz; ciò consente di ridurre ulteriormente la durata dell’intervento al di sotto dei 20-30 secondi (a cui va aggiunto il tempo di preparazione) e di migliorare sicurezza e comfort del paziente.

L’abbinamento della tecnica con un sistema di rilevazione topografico dell’occhio in fase di pre-intervento (fotografia che ricava una specie di impronta digitale dell’occhio) dà, inoltre, la possibilità di personalizzare il trattamento migliorando ancor di più il risultato visivo.

Il laser a femtosecondi, oltre che nella cura dei difetti della vista, viene utilizzato anche nell’intervento per la rimozione della cataratta, ovvero l’opacizzazione del cristallino che porta ad una visione offuscata in particolare nelle persone con più di 65 anni d’età. Grazie al femtolaser, durante l’intervento di cataratta si riescono a risolvere anche i disturbi visivi preesistenti.


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La tecnica SMILE

L’ultima tecnica per il trattamento dei difetti refrattivi è la SMILE (Small Incision Lenticule Extraction) che prevede l’utilizzo di un laser a femtosecondi per asportare un lenticolo all’interno della cornea, eseguendo un taglio superiore ed inferiore di 360 gradi, dello spessore desiderato.

Il lenticolo viene estratto attraverso un’apertura periferica della cornea di 2-3millimetri rispettandone, così, la superficie stessa ed evitandone la denervazione parziale. Con questo intervento i raggi luminosi riescono poi a focalizzarsi correttamente sulla retina.

L’intervento con questa tecnica consente di salvaguardare le fibre nervose superficiali della cornea, responsabili della lacrimazione. La SMILE, infatti, è l’intervento più adatto per tutte le persone con problemi di lacrimazione ed occhio secco, per sportivi che hanno subito traumi cruenti all’occhio e nel caso di miopia elevata, in quanto viene utilizzato meno tessuto corneale.

Si svolge in ambulatorio e con un solo passaggio del laser; è rapida, indolore, e permette di recuperare fino a 10 diottrie nella miopia e fino a 5 diottrie nell’astigmatismo. Va effettuata da personale altamente specializzato.

L’intervento si svolge con anestesia topica, con un collirio apposito, e dura al massimo 10 minuti. Il contatto tra laser e cornea è di un minuto e in 24 ore il paziente può tornare alle normali attività.

Tutto questo grazie all’utilizzo di macchinari di terza generazione come il femtolaser VisuMax ZEISS o il ReLEx SMILE,che offrono una precisione ancora più elevata nell’estrazione del lenticolo.

È una procedura affidabile che restituisce chiarezza visiva e offre risultati definitivi. La scelgono anche molti campioni dello sport. Il 100% dei pazienti vedono meglio dopo questo trattamento laser e non devono più ricorrere a lenti ed occhiali.

La SMILE, tuttavia, è una tecnica più indaginosa e meno versatile della LASIK, dunque si utilizza solo in casi particolari come i difetti refrattivi gravi, come la miopia sopra le 10 diottrie, l’ipermetropia, l’astigmatismo sopra le 5 diottrie, le persone affette da cheratocono.

I pazienti con assottigliamento idiopatico o con ridotto spessore della cornea non possono essere trattati con questa tipologia di intervento.

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Dott. Claudio Genisi

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Le lenti intraoculari per curare i difetti visivi gravi

Nei casi in cui non sia possibile ricorrere al laser per correggere i disturbi della vista (miopie oltre le 9 diottrie, ipermetropie oltre le 6 diottrie, astigmatismo oltre le 3 diottrie, anomalie di spessore della cornea) si può ricorrere all’impianto di lenti intraoculari (IOL) fachiche ICL.

Sono lenti impiantabili composte da un copolimero di collagene detto Collamer che vengono posizionate all’interno dell’occhio tra l’iride (la parte colorata) ed il cristallino (faco o lente naturale).

L’intervento è permanente, la sua durata è di circa 15 minuti, è indolore ed i tempi di recupero sono rapidi. La lente non si sente, non provoca secchezza oculare e non dà alcun disturbo. Infine, dato che contengono un agente che blocca le radiazioni UV, proteggono i fotorecettori retinici dai danni causati dai raggi UVA e UVB.

Nel caso in cui la vista si modifichi drasticamente nel tempo le lenti intraoculari possono essere rimosse, mentre non possono essere inserite in pazienti che soffrono di glaucoma, irite, retinopatia diabetica e malattie autoimmuni.

Altro

La visita pre-operatoria per i trattamenti chirurgici

Prima di affrontare l’intervento chirurgico il paziente deve sottoporsi ad una visita oculistica molto approfondita che va ad indagare lo stato di salute dell’occhio ed i parametri oculari specifici quali topografia, spessore corneale tramite pachimetria, diametro pupillare. Si valutano, inoltre, pressione oculare, lacrimazione con il Test di Schirmer e stato della retina.

Lo specialista studia la situazione del paziente in maniera approfondita per capire quale sia l’intervento più indicato, utilizzando colliri cicloplegici della famiglia dell’atropina. L’esito della visita dà l’esatta entità della correzione che si può effettuare. In questa fase, inoltre, il paziente va correttamente informato sulla tecnica chirurgica scelta ed il medico deve rispondere a tutte le domande e i dubbi.

Gli interventi di correzione dei disturbi della vista sono sempre controindicati nelle donne in gravidanza, nelle donne che utilizzano la pillola anticoncezionale e nelle donne in allattamento, in quanto le variazioni ormonali e lo stress fisico influiscono sull’assetto dell’occhio.

Cure

4 L’uso delle lenti per superare i difetti visivi

Le lenti a contatto sono molto usate per superare i difetti visivi in quanto sono meno invasive degli occhiali e permettono di svolgere meglio attività quotidiane e sportive. Inoltre, la lente a contatto non altera l’estetica del viso ed è indicata per le persone che “non riescono a vedersi con gli occhiali”.

Ne esistono di vari tipi (rigide gas permeabili, morbide, sclerali) e negli ultimi anni i materiali con cui vengono prodotte permettono un miglior passaggio di ossigeno nella cornea rispetto al passato.

Tuttavia, non tutte le persone riescono a portare le lenti per l’intera giornata e l’abuso può portare anche a complicazioni gravi o infezioni (infezione da Acantoamoeba e Pseudomonasm) che si contraggono con il contatto con l’acqua o con le dita.

È indispensabile, dunque, prestare grande attenzione ed osservare le buone norme igieniche, la corretta applicazione e conservazione delle lenti a contatto

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Dott. Claudio Gorla

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Le lenti a contatto notturne: l’ortocheratologia

Esistono, infine, delle speciali lenti a contatto gas permeabili che vanno indossate di notte. Queste lenti a contatto rimodellano, durante il sonno, la forma della cornea e permettono una visione ottimale durante il giorno.

La tecnica associata a queste lenti si chiama Ortocheratologia ed è una tecnica non chirurgica indicata per persone miopi e/o astigmatiche, oltre che per gli sportivi ed i bambini in età pediatrica.

Le lenti per l’Ortocheratologia sono lenti costruite su misura che agiscono rimodellando delicatamente l’epitelio corneale, il quale ha proprietà elastiche e può essere compresso senza subire danni.

Le lenti vanno indossate ogni notte, rimosse la mattina, e portate nelle ore di sonno con continuità nel tempo. Correggono il disturbo della vista in 3-4 giorni, tuttavia, se si smette di utilizzarle il difetto visivo si ripresenta e torna alla situazione iniziale.

Altro

5 Gli occhi: porta di ingresso per il Covid-19

Oggi sappiamo che l’infezione da Covid-19 può essere contratta anche attraverso gli occhi in quanto sulla cornea e sulla congiuntiva vi è un’alta concentrazione di ACE-2, il recettore del virus. È, dunque, importante evitare di toccarsi gli occhi con le mani.

Il SARS-CoV-2 inoltre, annovera tra i suoi sintomi anche la congiuntivite, un’infezione batterica o virale che coinvolge proprio gli occhi.

Nonostante queste problematiche, è bene sapere che gli interventi di chirurgia per correggere i difetti visivi si possono eseguire anche in questa fase pandemica, rispettando rigidi protocolli anticovid, stabiliti dalle normative.

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6 Camminare fa bene alla vista

Concludiamo questo excursus tra i principali difetti refrattivi con qualche semplice consiglio che bisognerebbe seguire sin da giovanissimi.

Guardare un paesaggio con luce naturale, fare delle passeggiate, staccare lo sguardo da pc, smartphone e tablet, aiuta a contrastare l’insorgere di disturbi visivi, in quanto fa rilassare gli occhi.