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Come imparano a leggere e scrivere i bambini?

Come imparano a leggere e scrivere i bambini?

È fondamentale conoscere le tappe dello sviluppo del linguaggio: come il linguaggio parlato si trasforma in linguaggio scritto e quali fasi bisogna rispettare nell’insegnamento della lettura e della scrittura.

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Il linguaggio si sviluppa, mentre a leggere e a scrivere si impara. Uta Frith nel 1985 ha cercato di individuare un modello teorico di riferimento per spiegare in che modo il bambino acquisisca negli anni la capacità di leggere e scrivere un testo. Questo modello ha carattere “gerarchico”, in quanto sostiene che se il bambino non ha raggiunto l’acquisizione degli stadi inferiori, non sarà in grado di accedere alle competenze degli stadi successivi.

1 Quali sono gli stadi di sviluppo di lettura e scrittura?

Gli stadi di sviluppo individuati sono quattro, riconducibili a fasce d’età che possono variare da bambino a bambino per risorse personali e stimoli ambientali. In genere, comunque, si identificano 4 stadi di apprendimento della lettoscrittura.

Stadio logografico: il bambino in età pre- scolare impara a riconoscere alcune parole su indici visivi (riconosce parole come COCA-COLA, LEGO, KINDER ecc.), impara a scrivere il suo nome, ma ancora non c’è corrispondenza lettera-suono, perché non ha conoscenze sulla struttura fonologica e ortografica della parola.

Stadio alfabetico: nei primi anni di scolarizzazione il bambino comincia a costruire il meccanismo di conversione lettera-suono (l’associazione tra simbolo grafico e fonema). È in grado di scrivere parole come PANE (il numero delle lettere corrisponde al numero dei suoni). Il bambino impara a scomporre le parole in parti più piccole (sillabe o fonemi). Iniziano le prime operazioni di analisi e sintesi fonologica.

Stadio ortografico: verso i sette anni, il bambino impara che vi è una regolarità nel meccanismo sempre più complesso di conversione fonema-grafema, impara le regole di trasformazione di gruppi di lettere e diventa capace di leggere e scrivere suoni più complessi (distingue “ghiro” da “giro”, “bachi” da “baci”, ecc.).

Stadio lessicale: consente al bambino l’automatizzazione della scrittura e della lettura attraverso la formazione di un lessico interno e l’accesso alla parola nella sua interezza, riconosce parole intere senza recuperare il fonema associato al grafema. È necessario raggiungere questa fase per scrivere correttamente: luna/l’una, hanno/anno, d’orso/dorso.

2 Come si può aiutare il bambino a imparare a leggere e scrivere?

Per favorire il passaggio dallo stadio logografico a quello alfabetico sono importanti i giochi metafonologici. Già in età prescolare e nel primo ciclo della scuola primaria, come da linee guida per i DSA (disturbi specifici di apprendimento) del MIUR, è opportuno effettuare attività fonologiche.

Giocare con le parole: individuare inizialmente la sillaba e poi il fonema iniziale e finale della parola, fare analisi e sintesi della parola, contare i fonemi che compongono la parola, trovare parole che iniziano o finiscono con lo stesso suono e tanti altri giochi, che si possono trovare anche in commercio e che possono aiutare il bambino operare con i diversi suoni della parola quando ancora non li sa scrivere.

 

3 Cosa fare quando un bambino incontra difficoltà già nelle prime fasi di questo percorso?

È importante che l’insegnante e il genitore siano in grado di cogliere queste difficoltà fin da subito per poter intervenire prontamente e nel modo adeguato, così da evitare che nel bambino si instauri un sentimento di inadeguatezza e di sfiducia nelle proprie capacità.

Sulla spinta delle linee guida sui DSA del MIUR, in diverse realtà scolastiche italiane in collaborazione con le aziende sanitarie sono stati attivati progetti di formazione/prevenzione dei disturbi di apprendimento per sostenere con attività di potenziamento quei bambini che possono incontrare difficoltà nelle prime fasi dell’apprendimento della letto-scrittura.

Il progetto include i bambini del primo ciclo della scuola primaria (1 e 2 classe) e, alla fine del progetto, vengono individuati i bambini che potrebbero presentare un DSA e inviati alle equipe multidisciplinari (Neuropsichiatra Infantile, Psicologo e Logopedista) dei servizi pubblici AULSS o privati convenzionati al fine di formulare una diagnosi e relativa certificazione ai sensi della legge n°170 / 2010.

Tale legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento (DSA), che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma che possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.

La diagnosi può essere fatta solo dopo il secondo anno di scuola primaria e dopo aver effettuato un adeguato potenziamento nelle varie fasi di apprendimento.

Con questa legge si tutela il diritto allo studio mediante molteplici iniziative promosse dal MIUR e attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell’ambito scolastico.

In questi progetti il/la logopedista ha un ruolo importante perché si interfaccia con il personale docente non solo per l’aspetto teorico, ma anche pratico, sul cosa fare con i bambini in difficoltà e, inoltre, è punto di riferimento per il trattamento dei bambini con DSA.

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