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Prevenzione e trattamento chirurgico nell'artrosi di anca, ginocchio, spalla e caviglia

Prevenzione e trattamento chirurgico nell'artrosi di anca, ginocchio, spalla e caviglia

La degenerazione delle strutture articolari non è più solo una patologia legata all’invecchiamento, ma sempre più spesso si presenta anche nei giovani che praticano sport.

Dott. Filippo Cardillo
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L’artrosi è una malattia degenerativa caratterizzata dalla usura progressiva della cartilagine articolare dell’anca, della caviglia, del ginocchio e della spalla, e di tutte le altre superfici di articolazioni minori. Tale usura porta a contatto le superfici ossee, provocando un attrito durante i movimenti con conseguente danneggiamento e insorgenza di limitazione articolare e funzionale con comparsa di dolore, anche marcato. Negli anni passati si assisteva soltanto ad artrosi prevalentemente senile. Con l’avvento dell’attività sportiva, si verifica, spesso, un’ artrosi precoce giovanile, questa insorge nel giovane con lo sport, il trauma e la continua sollecitazione articolare, nell’ anziano con problemi dismetabolici o il sovrappeso.

1 Quali sono i sintomi più comuni dell'artrosi?

Il sintomo più comune è il dolore articolare, con conseguente limitazione funzionale. A causa della metamorfosi anatomica si giunge fino al blocco completo, ovvero all’anchilosi. Tale sintomatologia dolorosa può verificarsi durante l’attività articolare o addirittura a riposo.

2 Da molti anni lei tratta i pazienti con la medicina preventiva rigenerativa, di cosa si tratta?

La medicina rigenerativa è il futuro, è la scelta necessaria per non giungere all’intervento chirurgico. Molti anni fa iniziai con le infiltrazioni di acido ialuronico portando nutrimento alla cartilagine. Ancora oggi si esegue questa procedura affinché la cartilagine soggetta a usura si nutra di acido ialuronico, mantenendosi quindi in uno stato di regolarità in assenza di usura. Lì, dove la cartilagine si inizia ad usurare, bisogna passare alle PRP ovvero al Plasma ricco di Piastrine, affinché il concentrato di fattori di crescita dia una risposta antinfiammatoria necessaria per la riparazione e la rigenerazione dei tessuti.

Nei casi dove la cartilagine è più usurata, si pone indicazione all’introduzione di cellule staminali di tipo mesenchimali di origine grassosa. Queste hanno una capacità rigenerativa superiore con ripristino dei fattori di crescita ad alto potere riparativo e rigenerativo in tutte le articolazioni.

3 Quali sono le nuove tecniche chirurgiche protesiche?

Dove la medicina rigenerativa non è sufficiente a garantire un buon ripristino della cartilagine articolare, affinché il paziente abbia sempre un’attività di vita regolare, si passa all’intervento chirurgico protesico. Praticare interventi con tecnica mininvasiva è stata sempre la mia filosofia, affinché si possa ritornare a una vita regolare nel più breve tempo possibile.

Nella protesi di spalla adopero la protesi inversa, essa dona una mobilità articolare immediata con ripristino funzionale in poche settimane, garantendo la piena funzionalità e un buon tonotrofismo muscolare in assenza di dolore.

All’anca adopero una protesi di tipo anatomica mininvasiva, essa risparmia il collo anatomico. Ciò comporta il cammino immediato il giorno dopo e la piena autonomia in tre settimane: con questa tecnica anche gli sportivi possono tornare a fare sport, come tennisti, pugili, ciclisti, golfisti.

Al ginocchio adopero tre tipi di protesi a seconda la gravità. Dal caso meno grave con la protesi Hemicap in artroscopia: nessun taglio, conservazione anatomica del ginocchio, solo accesso artroscopico. Il paziente cammina subito e svolge attività regolare anche già dopo una settimana. Nei casi leggermente più gravi che comportano usura di un solo comparto, si adopera la protesi monocompartimentale, con il risparmio ottimale del comparto controlaterale e della femororotulea. Nei casi più gravi si impianta la protesi totale di ginocchio anallergica con studio protesico computerizzato personalizzato.

Alla caviglia adopero una protesi mininvasiva con ripristino articolare ottimale e con una deambulazione regolare in 3 settimane, il paziente in anchilosi può tornare a sciare o in bici o a fare tennis: ritorna quindi ad una vita regolare con la possibilità anche di fare dello sport.

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