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Sindrome della bocca secca: come si manifesta?

Sindrome della bocca secca: come si manifesta?

La sensazione persistente e fastidiosa di “bocca secca” (tecnicamente xerostomia o secchezza delle fauci) è una “sofferenza” estremamente comune. Colpisce entrambi i sessi e qualsiasi età.

Dott. Aldo Zupi
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Oltre i 65 anni, almeno una persona su tre ne è affetta, seppur con diversa intensità.

La sensazione di secchezza può estendersi anche alla gola con difficoltà a parlare e mangiare. Spesso è riferito bruciore più o meno intenso. Le labbra sono screpolate e con fissurazione degli angoli della bocca.

Il senso del gusto può essere alterato e l’alito cattivo. Sono più frequenti afte e micosi. La salute in genere della bocca decade con gengive pallide e infiammate e aumento delle lesioni cariose. I portatori di protesi mobile avranno maggiore difficoltà per la perdita di stabilità e per la facile irritazione dei tessuti molli.

1 Qual è la causa?

Il meccanismo alla base di tutta la sintomatologia è la riduzione della saliva. Quest’ultima, infatti, gioca un ruolo determinante nella salute della bocca e delle prime vie aereo-digestive: è il medium che consente un’efficace masticazione, deglutizione e digestione. Lubrifica le mucose orali agevolando il linguaggio. Permette di mantenere pulite e integre le mucose e i denti con un’azione tampone (regolante il pH) e antimicrobica.

In presenza di protesi mobili ne agevola la stabilità e lo scivolamento dei tessuti sulle stesse. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che una sua riduzione possa avere un così grande impatto sulla qualità di vita.

La produzione di saliva può essere influenzata da numerosi fattori. Il più banale è la disidratazione o l’ansia. Entrambi, però, sono facilmente reversibili e limitati nel tempo.
Alcuni stati metabolici e ormonali possono determinare o favorire una secchezza delle fauci passeggera (per es. gravidanza e allattamento) o prolungata e ingravescente (per es. bulimia e anoressia o Alzheimer e Parkinson).

Più raramente, la sintomatologia è causata da malattie autoimmuni (per es. sindrome di Sjogren), radioterapia, specifiche patologie delle ghiandole salivari o altre cause (per es. fibrosi cistica). La causa più comune, però, di secchezza delle fauci è una concomitante terapia farmacologica che determina, come effetto collaterale indesiderato, la progressiva riduzione della produzione della saliva.

I farmaci “colpevoli” sono addirittura centinaia e alcuni di essi sono di uso comune e diffuso. Tra questi, antipertensivi, antidepressivi, antistaminici. Molti pazienti assumono cronicamente questi farmaci e, spesso, in associazione tra di loro.

2 Come può essere affrontata?

La complessità della sindrome e la difficoltà a individuare o rimuovere la causa costringe il paziente a utilizzare una strategia terapeutica che agisce su almeno tre fronti diversi con tre obiettivi “convergenti”:

  • conservare la saliva
  • sostituire la saliva
  • stimolare la saliva

La scarsità della saliva è il fattore scatenante la sintomatologia. Pertanto, non deve essere assolutamente dissipata. La respirazione con la bocca dovrà essere limitata, preferendo quella attraverso il naso. Un umidificatore (soprattutto la notte) ridurrà la sensazione di secchezza.

Caffeina, alcool e tabacco andrebbero banditi. Qualsiasi farmaco o medicamento potenzialmente dannoso (per es. anti- staminici, antidepressivi, ecc.) andrà sospeso (sempre e solo dopo consultazione con il proprio medico curante).

La saliva “assente” può e dovrebbe essere sostituita. Una corretta idratazione sarà necessaria. Bisognerà bere con regolarità lungo tutto l’arco della giornata (soprattutto durante i pasti).
Le labbra andranno protette e idratate con vaselina e balsami.

Saliva artificiale e lubrificanti orali possono essere di aiuto, soprattutto se si dovrà parlare molto (per lavoro o per piacere) e durante i pasti.

Infine, è necessario stimolare le ghiandole salivari a produrre quanta più saliva possibile. Anche in questo caso esistono efficaci rimedi casalinghi. La gomma da masticare e le caramelle dure masticabili stimolano la produzione salivare.
Attenzione, però, a non utilizzare chewing-gum o caramelle zuccherate: le conseguenze sarebbero terribili. Anche aggiungere un po’ di limone o di aceto ai cibi stimolerà la produzione di saliva.

Nei casi con sintomatologia importante andrà istituito un regime farmacologico con pilocarpina o cevimelina. Questi sono farmaci che stimolano il flusso salivare. La loro assunzione, però, deve essere prolungata e, come qualsiasi farmaco, posseggono con- troindicazioni ed effetti collaterali.

3 Cos’altro fare?

La riduzione della saliva renderà denti e gengive suscettibili a malattie e danni. L’igiene orale attenta e costante e una dieta a basso contenuto di zuccheri saranno essenziali per prevenire carie, gengiviti e malattie parodontali.

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