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Le cisti della mano e del polso

Le cisti della mano e del polso

Neoformazioni di natura benigna, compaiono a livello dell’articolazione e dei tendini causando, spesso, un problema estetico e, in alcuni casi, dolori durante il movimento.

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Le cisti del polso e della mano, dette anche gangli, sono le tumefazioni dei tessuti molli di più frequente riscontro nella mano e rappresentano dal 50 al 70% delle masse che vengono scoperte. Si tratta di formazioni a carattere di benignità.

Provengono dal piano delle articolazioni del polso o del carpo, le cosiddette cisti artrogene, oppure dalla membrana dei tendini perciò dette cisti tendinee.
Sono formazioni ovoidali, talvolta concamerate, che hanno una membrana esterna di origine sinoviale che si riempie di liquido gelatinoso (un liquido naturalmente presente nelle articolazioni con la funzione di lubrificante).

1 Qual è l’origine delle cisti?

L’origine delle cisti resta ancor oggi da chiarire, tuttavia si possono identificare dei fattori importanti nel loro determinismo, come una certa predisposizione personale alla degenerazione mucoide a livello articolare e tendineo che porta a dare origine a queste formazioni.

Sembrano avere un ruolo anche microtraumi ripetuti derivanti da stretching articolare, da attività lavorative manuali o dalla pratica sportiva come nella pallavolo, basket e pallamano.

Le cisti colpiscono soprattutto soggetti di sesso femminile fra i 15 e i 40 anni. Possono tuttavia anche comparire nelle età più avanzate e complicare la degenerazione artrosica articolare, come quando si sviluppano a livello delle articolazioni interfalangee delle dita.

2 Quali sono i sintomi?

Le cisti si sviluppano generalmente con gradualità nell’arco di alcuni mesi, ma non di rado, crescono con rapidità. Crescendo deformano la silhouette del segmento colpito con l’inestetismo che ne consegue.

Generalmente non sono dolorose, ma talvolta, soprattutto nel caso delle cisti dorsali del polso, lo possono diventare durante l’esecuzione dei movimenti di flesso-estensione accompagnate dalla sensazione da parte del paziente di limitazione articolare.

3 Quali sono gli esami diagnostici per identificare le cisti?

Solitamente un ortopedico esperto le diagnostica facilmente durante il corso di una visita accurata e senza l’ausilio di esami strumentali. Tuttavia, quando resta il dubbio per ciò che concerne la diagnosi differenziale con altre patologie come la tenosinovite dei tendini estensori, lipomi o altre forme tumorali, può essere di grande aiuto il ricorso alla ecografia e alla Risonanza Magnetica Nucleare.

4 Le cisti possono scomparire da sole?

L’andamento clinico delle cisti del polso e della mano è molto variabile. In alcuni casi, specialmente quando le dimensioni sono molto ridotte, le cisti possono regredire spontaneamente.

Inizialmente il trattamento è conservativo e si avvale dell’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per uso topico o per via orale (qualora non vi siano controindicazioni al loro impiego) con l’obiettivo di farle recedere.

Nella maggior parte dei casi, però, sono destinate ad aumentare di dimensioni e, creando disagio funzionale ed estetico, diventa necessario ricorrere a un intervento chirurgico per provvedere alla loro rimozione.

5 Come si asporta una cisti?

La procedura di asportazione chirurgica delle cisti del polso e della mano avviene in regime di day surgery.

L’intervento chirurgico viene eseguito tramite una anestesia loco-regionale e l’applicazione del laccio emostatico così da poter distinguere bene i piani della cisti rispetto a quelli dei tessuti molli circostanti.

La grandezza dell’incisione necessaria è in relazione alle dimensioni della cisti, con incisioni più ampie solo nei rari casi in cui il paziente giunga alla osservazione con deformazioni grossolane. Sebbene sia segnalata la possibilità di recidiva della cisti, la soluzione chirurgica è solitamente risolutiva.

Come si svolge il post-operatorio?

Il decorso post-operatorio prevede la presenza di una fasciatura protettiva nei giorni immediatamente seguenti all’intervento che non limita la possibilità di movimento della mano.

I punti di sutura sono riassorbibili e cadono da soli nell’arco di circa due settimane di distanza dal giorno dell’intervento.

È possibile riprendere il lavoro di ufficio nell’arco di circa 10 giorni, mentre per i lavori manuali pesanti è raccomandato un periodo di riposo più lungo, di circa un mese.

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Prof. Vincenzo Sollazzo Prof. Vincenzo Sollazzo
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