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Intervista a Federica Ruggero: dal tumore alla rinascita con Amiche per la Pelle.

Intervista a Federica Ruggero: dal tumore alla rinascita con Amiche per la Pelle.

Il percorso dalla scoperta della malattia, alle cure fino a un nuovo inizio.

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Federica Ruggero, attrice, presentatrice e Professional Coach. Inizia la carriera come presentatrice televisiva a 18 anni per poi innamorarsi della recitazione.

Una laurea in Scienze dello Spettacolo e la formazione con il Corso professionale per Attori del Centro Teatro Attivo di Milano sono l’inizio di un percorso che la porta sui palcoscenici con la compagnia del Teatro Garage di Genova, in tv sui canali SKY e, a sua volta, a insegnare e formare con corsi di recitazione e comunicazione all’interno dei progetti LiguriAttori e Professional Coaching.

Puoi raccontarci chi è Federica Ruggero?

Queste sono le domande più difficili di sempre!! Direi che sono una donna, sognatrice, un po’ ribelle. Mi piace quando posso sentirmi libera di esprimere ciò che sento, detesto l’arroganza, adoro l’albero di Natale. Nella vita ho sempre preferito seguire il cuore e questo mi ha portato a fare l’attrice. E poi ad aprire la mia scuola di recitazione prima e poi una società, Professional Coaching srl, insieme a Luigi Marangoni con cui aiutiamo le persone a comunicare in pubblico con umanità e a portare nel mondo i propri progetti e le proprie idee in modo autentico e autorevole.

Come hai scoperto di avere un cancro al seno?

Nell’estate 2020 mi trovo, un giorno, una crosticina nera sul capezzolo...vado subito a fare l’ecografia (non avendo ancora 40 anni, la mammografia non era l’esame più indicato). Mi dicono tutto a posto! Non c’è nulla, ci vediamo l’anno prossimo.

Lì per lì me ne sto, ma ho una brutta sensazione. Due mesi dopo vado a fare un’eco all’addome e lì chiedo al medico se può guardarmi anche il seno perché la crosticina non si era staccata e io non mi sentivo per niente tranquilla. Lui passa l’ecografo, cambia espressione e mi dice.... “Magari non è niente ma tu non perdere altro tempo. Fai subito accertamenti specifici. In queste situazioni il tempo è oro.” Faccio subito una nuova ecografia, la mammo, la biopsia...esito definitivo. Carcinoma. Il tumore è ancora piccolo, ma molto aggressivo. Non ho i linfonodi intaccati per fortuna. Dopo neanche un mese inizia la mia trafila all’ospedale San Martino a Genova: 7 mesi di chemioterapia più intervento di rimozione del seno destro.

Che cosa hai provato quando ti hanno detto: “hai il cancro”?

Non ci volevo credere! In casa mia nessuno aveva mai avuto tumori. Quindi nessuna ereditarietà, nessun fattore di rischio: non fumo, sono sempre stata attenta all’alimentazione. Ho sempre fatto prevenzione. Quindi davvero un fulmine a ciel sereno. Dopo lo shock subentra la paura. La chemioterapia è ancora vista come qualcosa di devastante... e anche per me lo era. Oggi non penso più che sia così, ma allora avevo tanta paura per non sapere a cosa sarei andata incontro. E poi la solitudine. Per quanto famiglia, fidanzato, amiche mi avessero fatto quadrato intorno e mi coccolassero ogni giorno, sei sola a gestire la questione. Devi trovare dentro di te tutta la forza e le risorse per affrontare un viaggio doloroso che ti cambia la vita.

Qual è il miglior modo per affrontare la paura?

Mah.... Intanto accettarla. Poi avere il coraggio di farsi aiutare. Nelle Breast Unit ci sono psicologi preparati e team di specialisti. Ma molte persone non si informano o non richiedono supporto perché vogliono gestirla da sole. E, spesso, il risultato è che sfogano rabbia e dolore in famiglia... E questo crea rotture, allontanamenti. Anche per chi ti sta vicino è difficile capire e stare accanto ad una persona che sta attraversando una cura per un tumore...anzi, per certi aspetti è più difficile per loro che per te. Quindi credo che sia fondamentale farsi aiutare. Io mi ero creata un mio super team sinergico con dietologa, psicologa e agopuntore. Una bomba per gestire gli effetti collaterali, fisici e psicologici, delle chemio.

Com’è cambiata la tua vita una volta scoperto il tumore?

Beh è cambiata molto. Intanto mi sono trasferita da Genova a Vittorio Veneto per stare accanto ad Alessandro, il mio fidanzato. Ci eravamo appena conosciuti quando mi hanno diagnosticato il tumore. In più vivevamo a 450 km di distanza. Ma lui ha deciso di starmi accanto, di tenermi la mano. È stata la più grande prova d’amore che abbia mai ricevuto da un uomo. Quindi – quando è stato il momento - non ci ho pensato due volte a trasferirmi. Poi ti cambiano le priorità....ti rendi conto della volatilità della vita, in un attimo potresti non esserci più... quindi oggi perdo meno tempo dietro cose inutili e m’impegno a stare il più possibile nella gioia. Ho scoperto di essere più forte di quello che credevo. Ho smesso di cercare di fare la wonder woman e imparato a mostrare le mie fragilità. Personalmente ritengo che il tumore mi ha tolto molto, ma mi abbia anche dato anche tanto.

Quanto difficile può essere convivere con le conseguenze dell’intervento al seno e della chemio?

Personalmente l’intervento di mastectomia è stato la cosa più facile! La chemioterapia è stata, invece, la vera bestia dura. Da un giorno all’altro ho perso la mia forza fisica, i capelli, sono stata messa in menopausa, quindi anche da un punto di vista ormonale non ero più io... ti trasformi fisicamente. Il confrontarsi con altre pazienti come te, l’ho ritenuto sempre deleterio. Ognuna ti racconta i propri effetti collaterali con l’unico risultato che ti riempi la testa e il cuore di paure.... ogni corpo reagisce in maniera diversa, non si possono fare paragoni tra un paziente e l’altro. Quindi è meglio, secondo me, confrontarsi con persone preparate che ti aiutino a vivere meglio possibile tutto questo.

Come hai conosciuto il Dott. Nicola Balestrieri?

Quando sono arrivata a Vittorio Veneto avevo fatto l’intervento di mastectomia e avevo l’espansore. Ero in lista d’attesa a Genova per la ricostruzione. Purtroppo questo intervento è considerato “estetico” quindi le liste d’attesa sono infinite. In più venivamo da 2 anni di Covid. Figurati! Ero davvero giù di morale. Mi guardavo allo specchio e quello che vedevo era un corpo “ferito”. A 40 anni, dopo aver passato una cura come quella, l’unica cosa di cui hai voglia è di rivederti integra, tornare a sentirti bella, femminile. Per mettere fine a tutto questo e riprenderti la tua vita, l’intervento di ricostruzione è importantissimo.

La fama del Dott. Balestrieri la conoscevo già. Il mio fidanzato mi aveva messa in contatto con lui e ci eravamo scambiati qualche telefonata. Così – non appena trasferita a Vittorio, ho voluto andare a conoscerlo di persona.... con la speranza di avere qualche prospettiva migliore. Il Dott. Balestrieri mi ha subito capita, quasi senza neanche parlare. Mi ricordo le parole che mi ha detto alla prima visita:" Ti meriti di chiudere questa brutta esperienza, organizziamo l’intervento finale.” Mi sono venute le lacrime agli occhi. È stato uno dei giorni più felici che ricordo.

Qual è l’importanza di essere seguiti da un team di professionisti e il valore aggiunto del Breast Team del Dott. Balestrieri?

È tutto. Instaurare un rapporto di fiducia con i tuoi medici è fondamentale.... Stai mettendo la tua vita nelle loro mani. Devi sentire che puoi fidarti.

In più, come dicevo prima, sono tanti gli aspetti coinvolti in un percorso di cura. Hai bisogno di sostegno, di essere compresa, ascoltata, trattata come persona e non solo come paziente, perché – anche se i protocolli possono essere simili – ognuno reagisce in modo diverso. E solo chi ha empatia, sensibilità e conosce bene tutto questo può fare la differenza.

Cos’è il progetto Amiche Per La Pelle? Come ti cambia la percezione della malattia?

È un progetto meraviglioso. Una grande famiglia che ti accoglie. Ma non è solo sostegno “morale” tra donne che si stanno curando, è un progetto potente, un aiuto concreto, organizzato, che va coprire i diversi aspetti che vengono colpiti durante le cure: estetico, psicologico, sessuale, nutrizionale, relazionale. Emanuela Tonon e tutto il Team di Amiche per la Pelle sono persone meravigliose, che non si fermano mai e che mettono anima e cuore a sostegno delle donne in cura.

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